Il fatto è accaduto a Torino, alle Vallette, e non sono ancora chiari i motivi dietro al suicidio della detenuta.
Si è letteralmente lasciata morire, rifiutando cibo ed acqua dallo scorso 22 luglio. Questo è come si è “suicidata” una detenuta nigeriana del carcere delle Vallette a Torino. La donna ha resistito fino a questa notte ma poi il suo corpo non ha più retto il digiuno e la disidratazione.
Gli agenti della penitenziaria avevano tentato qualsiasi cosa per cercare di salvarla dal destino che si era autoimposta: le avevano proposto qualunque tipo di nutrizione, idratazione o di altre terapie. Lei però aveva rifiutato. La donna aveva anche detto “no” alla possibilità di un ricovero d’urgenza in ospedale.
I motivi dietro al “suicidio” sono ignoti
Gli agenti della penitenziaria non avevano nessun potere su di lei: non potevano farla mangiare e bere in modo forzato perché, come nel caso di Alfredo Cospito, la decisione di sottoporsi a digiuno era arrivata in modo lucido. Le ragioni dietro al suo sciopero della fame non sono ancora note.
L’associazione Antigone ha spiegato che il 2022 è “passato alla storia come l’anno con più suicidi in carcere di sempre”. Sono 85 le persone che si sono uccise dentro i penitenziari. Ogni giorno, aggiunge l’associazione, sarebbero attorno ai 30 i detenuti in sciopero della fame. Si tratta della forma di protesta in assoluto più utilizzata in carcere.